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Dopo una separazione tutto cambia

L’avvocato risponde è una rubrica a cura di Federica Canigiani

Sono divorziata da più di un anno e il mio ex marito mi dà un mantenimento di 300€ mensili. Adesso, a causa di una malattia cronica che mi hanno diagnosticato poco tempo fa, non posso più svolgere il mio lavoro come prima. Posso chiedere un aumento dell’assegno al mio ex?

Si è possibile. Sia l’assegno di mantenimento (quello riconosciuto con la separazione) che l’assegno divorzile (quello riconosciuto con il divorzio), possono sempre essere modificati quando si presentano fatti sopravvenuti e non prevedibili al momento dell’introduzione del giudizio di separazione o divorzio. Come fare? Attraverso un ricorso al Giudice nel quale si chiede che riduca o aumenti l’importo fissato in precedenza. In questo caso è possibile chiedere un aumento dell’assegno di mantenimento perché le tue condizioni di salute sono peggiorate e questo influisce sulla tua capacità lavorativa. Dovrai chiaramente dimostrare in giudizio il peggioramento delle tue condizioni di salute e l’impossibilità di lavorare come prima.

 

Ho trovato sul cellulare di mio marito gli sms dell’amante. Posso chiedere la separazione e attribuirgli la colpa della fine del nostro matrimonio?

Gli sms sul cellulare di tuo marito possono essere utilizzati nella causa di separazione come prova per addebitargli la separazione cioè per dichiararlo responsabile della fine del matrimonio se il Giudice ritiene che l’infedeltà sia stata la causa della rottura. Bisogna comunque stare attenti a come gli stessi vengono acquisiti e alle modalità con cui vengono portati in causa. E’ possibile infatti violare la riservatezza o integrare ad esempio il reato di violenza privata se il cellulare viene strappato di mano al coniuge.

 

 

Io e il mio compagno stiamo insieme da 10 anni. Abbiamo deciso di non sposarci e di non avere figli. Conviviamo in una casa di sua proprietà. Mi stavo chiedendo: nel caso in cui lui venisse a mancare avrei qualche diritto sulla casa?

La legge non riconosce diritti successori al partner convivente a meno che non esista un testamento in suo favore. In questo caso devono comunque essere presi in considerazione i diritti dei cosiddetti “legittimari” cioè i parenti stretti che, per legge, hanno diritto alla quota di legittima. Se il partner defunto, invece, non ha fatto testamento, il convivente non potrà vantare diritti sull’eredità e l’intero patrimonio andrà ai parenti. I diritti successori non vengono riconosciuti al convivente di fatto nemmeno se il rapporto è stato registrato in Comune o è stato stipulato un contratto di convivenza ai sensi della legge Cirinnà. Se quindi non esiste testamento, non avrai diritto di abitare la casa (come invece lo è per il coniuge) e sarai obbligata ad andartene lasciando l’immobile agli eredi leggittimi. Tuttavia la riforma ha riconosciuto, nel caso di morte del convivente proprietario della casa di comune residenza, e in mancanza di figli, il diritto all’altro convivente di continuare ad abitarvi per due anni o per un periodo superiore pari a quello della convivenza, comunque non oltre cinque anni. In buona sostanza gli eredi dell’immobile dovranno attendere dai due ai cinque anni prima di poter ottenere la disponibilità materiale della casa, senza poter chiedere per tale occupazione alcun compenso o canone di affitto. Il compagno superstite perde il diritto di continuare a vivere all’interno della casa familiare solo nel caso in cui cessi di abitarla in modo stabile o qualora costituisca nuovi legami (matrimonio, unione civile, nuova convivenza di fatto).

 

Ho un bambino di 5 anni nato da una convivenza. Io e il mio ex ci siamo lasciati e perché lui ha un’altra relazione. Mi ha detto esplicitamente che non vuole occuparsi di nostro figlio e vuole vederlo ogni 15 giorni. Che cosa devo fare?

Il mio consiglio è quello di presentare un ricorso congiunto in Tribunale nel quale tu e il tuo ex formalizzerete l’accordo raggiunto circa l’affidamento di vostro figlio. Il provvedimento che verrà emesso tutelerà sia il bambino, perché gli verrà garantito un programma di frequentazione di entrambi i genitori che voi genitori perché avrete un riferimento legale nel caso sorgano conflitti sul regime di affidamento.

 

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L’avvocato Federica Canigiani“Il mio progetto online “Come decidere, affrontare e superare la separazione” è un’integrazione di consulenza legale e crescita personale, mirato ad aiutare le persone che stanno attraversando una crisi di coppia o una separazione a fare chiarezza, conoscere i loro diritti e percorrere la strada giusta. In sostanza do alle persone un supporto a tutto tondo, legale ed emotivo, per decidere circa il destino della loro relazione. Inoltre aiuto anche le coppie che hanno deciso di separarsi, a farlo nel modo meno doloroso possibile aiutandole a creare le basi per quella che io chiamo “separazione in armonia” attraverso la quale, con il dialogo ed il raggiungimento di un accordo, possano dirsi addio nella maniera più economica e soprattutto meno traumatica possibile per se stessi e per i figli”.Potrete inviare tutte le vostre  domande e dubbi all’indirizzo email: redazione@articolofemminile.it scrivendo in oggetto L’Avvocato risponde.

Potete seguire  l’avvocato Federica Cangiani anche in Facebook nelle sua pagina Federica Canigiani  oppure sul suo sito federicacanigiani.com

 

 

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