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Ilaria D’Amico: lo sport, linguaggio universale

“Benessere non è soltanto perdere un chiletto di troppo, ma è avere l’energia necessaria da portare nella vita di tutti i giorni per stare davvero bene” (Ilaria D’Amico)

Una carriera che le consente di mettere insieme le sue grandi passioni: sport e politica. Una donna di grande fascino e intelligenza. Una madrina d’eccezione per una causa da difendere, quella della lotta contro il cancro e la SLA, che la Fondazione Vialli e Mauro per la ricerca e lo sport Onlus, portano avanti da oltre 10 anni. Ilaria D’Amico si racconta come donna e mamma mettendo l’accento su quanto lo sport sia importante anche per chi, come lei, è, tendenzialmente, pigro, ma sa attribuire al gesto atletico il giusto valore di linguaggio universale e strumento per la crescita. L’abbiamo incontrata, all’Aspria Harbour Club di Milano, in occasione della conferenza stampa per l’XI edizione della Golf Cup, promossa proprio dalla Fondazione, che vedrà- di nuovo – sfidarsi professionisti di golf, fenomeni dello spettacolo, stelle del calcio e personaggi del mondo dell’imprenditoria. Appuntamento, dunque, il 2 giugno presso il Royal Park “I Roveri”a Torino.

Una gravidanza splendida, tuo figlio ancora piccolino e un rientro sulle scene – dalle quali sei mancata pochissimo – più in forma e bella di prima. Qual è il tuo segreto?
In realtàin formissima non troppo! Sono aumentata ben 18 chili, in gravidanza, ma avevo scelto di godermela e di non fare sacrifici piùdi tanto, anche se verso la fine il mio medico mi “bacchettava” sulla dieta per evitare problemi di salute. Me la sono presa in totale relax, insomma, tenendomi i miei 6 bei chili, in più, dopo il parto che ho smaltito solo dopo due anni circa.

Ilaria e lo sport. E’ vero che sei pigra?
Verissimo. Dico sempre che ne parlo troppo per praticarlo! Solo nell’ultimo anno, anno e mezzo mi sono un po’“risvegliata”e ho iniziato a fare qualcosina. Devo ammettere che sono anche un po’pretenziosa, primo perchéamo stare all’aria aperta e secondo, perchémi piacciono gli sport dove c’è anche un po’ di competizione, come il tennis o la pallavolo, e spazi per praticare questo genere di attività non ce ne sono moltissimi. In alternativa amo lo sci, ma sono romana, vivo a Milano…non èesattamente facile riuscire a fare ciòche vorrei.

Gianluca Vialli
Gianluca Vialli

E come ti gestisci con tuo figlio?
Ho una nonna romana e una milanese, senza le quali sarei finita. Certo, l’ipotesi di poter portare Pietro con me, magari in una struttura in grado di non essere solo una sorta di baby sitter alternativa, ma un vero e proprio spazio dove far giocare, intrattenere e divertire mio figlio insegnandogli, anche, a fare un po’di movimento, sarebbe il massimo. Potrei dedicarmi del tempo in totale tranquillitàsapendo che c’èanche lui e non dovendo, allo stesso tempo, preoccuparmi di correre a prenderlo a una certa ora.

Al di là dello sport, momenti di relax, spa, benessere. Riesci a regalarteli?
Purtroppo no. Ho una vita veramente incasinata e quando sono a casa, per ora, amo dedicare tempo a mio figlio con calma, senza orari, senza scadenze. Questo almeno per ora, visto che èancora piccolino. Dovrei essere molto piùdisciplinata e ferrea nel difendere il mio spazio individuale. Diciamo che, per il momento, il mio spazio-benessere è Pietro, che è un po’ più di cento palestre!

Cosa manca alle mamme milanesi per riuscire a conciliare carriera, figli e privato?
Guarda, per quanto mi riguarda un’organizzazione, potremmo dire, “tedesca”. Vedo mamme super programmate e precisissime che, magari, hanno tre figli, lavoro, mille impegni…Io ho bisogno di un tempo lento nel personale, visto che giàil mio lavoro ha tempi sincopati.

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Ilaria D’Amica con Gianluca Vialli e Massimo Mauro

Poco praticante, ma esperta di sport. Al punto che hai scelto di essere madrina della Fondazione Vialli e Mauro. Credi che lo sport sia un linguaggio universale per catalizzare l’attenzione della gente su problemi gravi come il cancro e la SLA?
Credo proprio di sì. Facendo il mio lavoro ne ho conferma tutti i giorni: non c’èniente che muova piùfacilmente l’interesse della gente, in positivo o in negativo, dello sport e, in particolare, del calcio, per quanto riguarda l’Italia. Formidabile potere, nel momento in cui si usa il mezzo legato allo sport per comunicare ad alti livelli. In più lo sport è un fantastico “abbattitore di barriere”. Un esempio? Metti una palla in mezzo a dei bambini e saranno subito amici. Il problema ègestire quanto ècollaterale e collegato allo sport. Famiglie esaltate che non pensano alla bellezza dello stare insieme nello sport, ma spingono – ad esempio – a una competizione non sana i bambini. Questo, senza dubbio, èquanto va bonificato dallo sport. L’agonismo deve, sempre, crescere spontaneamente nel bambino, non deve essere il risultato delle frustrazioni degli adulti riversate sui figli.