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In Toscana si produce la magia dell’Elixir di China Calisaja

Gusto amarognolo e intenso, sensazione di calore e benessere: è la magia dell’Elixir di China Calisaja.

C’è un luogo magico in Toscana dove si produce un elisir dal 1800: l’ Elixir di China Calisaja che, come tutte le pozioni, viene integralmente preparato a mano da mani esperte.

In un borgo sulle colline, Castagneto Carducci, Anna Maria e Nicola lavorano ogni giorno nella loro bottega, la Premiata Fabbrica di Liquori Emilio Borsi per preparare il loro Elixir.

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La pozione l’hanno ereditata dal padre del fondatore Emilio Borsi, amico di Giosuè Carducci, con il quale ha sicuramente condiviso la passeggiata nel viale dei famosi cipressi “…. Che a Bolgheri alti e schietti van da San Guido in duplice filar ….”.

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Castegneto Carducci è alle porte della Maremma, duecento anni fa terra di malaria, perciò l’Elixir nacque, nei primi anni dell’800, proprio per rispondere a esigenze terapeutiche. Il suo inventore fu infatti un farmacista, Emilio Bucci, che diede la pozione a Francesco Borsi, padre di Emilio che avviò la produzione.

Gusto prima amarognolo e intenso poi leggermente dolciastro, con proprietà digestive e salutari per lo stomaco, l’Elixir di China Calisaja viene preparato a mano da Anna Maria che per 18 ore pesta in un antico mortaio di ghisa la corteccia della china Calisaja, proveniente dall’Ecuador, prima di metterla in fusione nelle damigiane per poi passare alla preparazione dell’essenza. Dopo la lavorazione, rigorosamente a freddo, l’Elixir viene lasciato riposare in botti di rovere dove riposa per 3 o 4 mesi. Le ultime fasi sono l’imbottigliamento (solo a luna calante, momento ottimale per far depositare la madre della fermentazione sul fondo delle botti) e l’etichettatura anche queste senza l’utilizzo di alcuna macchina.

Con lo stesso criterio della preparazione a mano, senza glutine, vien realizzato il Gran Liquore dei Pastori, preparato con: latte puro, zucchero, vanillina pura, limoni non trattati, e l’Amarancia, preparata esclusivamente con un ingrediente naturale che è l’arancia amara. La sua produzione si limita a un solo periodo dell’anno e le bottiglie sono a numero limitato. Anche in questo caso l’origine va cercata nella funzione terapeutica: a Castagneto Carducci era d’abitudine la coltivazione delle arance amare, ottime per combattere lo scorbuto. I frutti utilizzati sono una gentile concessione del conte Gaddo della Gherardesca (antichissimo casato di origini longobarde, signori, tra l’altro, di Bolgheri più di mille anni fa), che ha messo a disposizione del liquorificio le sue piante di arance amare selvatiche che maturano nel castello di Castagneto.

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Se andate in Toscana non potete passare a visitare la bottega della Premiata Fabbrica di Liquori Emilio Borsi e perdervi nell’assaggio di sapori antichi e di racconti magici.