fbpx

I genitori perfetti sono quelli imperfetti

Come posso essere un genitore perfetto?

Nel mio lavoro incontro molte famiglie, e una delle cose che ho imparato è che non esiste una famiglia uguale all’altra, sono tutte diverse, ognuna ha la sua storia, le sue radici e il proprio modello di educazione da proporre.

Recentemente sto seguendo due famiglie una un po’più liberal che ci tiene ad educare i figli all’insegna della fiducia reciproca e della ricerca della felicità. Una coppia di genitori che si oppone fermamente al modello di educazione severa ricevuta.  L’altra è una famiglia molto più conservatrice che invece tiene particolarmente ad avere figli “bravi”.

Pur nelle loro differenze tutti e quattro questi genitori sono venuti da me con una sola richiesta “Cosa dobbiamo fare per essere bravi genitori?

Devo ammettere che questa domanda mi ha un po’spiazzata e mi ha fatta molto riflettere.

Esiste davvero un ricettario per essere genitori perfetti?

Davvero la genitorialità è come una torta, che se aggiungi un po’di burro magari diventa più buona?

Il solo fatto di lavorare accanto alle famiglie mi legittima a stilare un “menù” che assaggio dopo assaggio ti rende un genitore migliore?

No. Non sarò certo io a stilare canoni di perfezione nella genitorialità.

Anzi ritengo che questo continuo bersagliamento quotidiano di decaloghi per essere genitori perfetti, abbia generato invece genitori confusi. Mamme e papà che a forza di sentirsi dire cosa devono fare non sanno più agire al di fuori di quegli schemi confezionati per loro nei quali sono rimasti intrappolati.

Non esistono regole perché il rapporto tra genitori e figli è unico ed irripetibile. Come detto prima, ogni famiglia è a sé. Una cosa a cui tengo molto è l’unicità di ognuno di noi. La famiglia è quel luogo “unico” per eccellenza, in cui si incontrano e scontrano unicità diverse. Come può un articolo di giornale, un libro o un professionista dirvi come essere genitori perfetti, autorevoli, efficaci, protettivi, buoni ecc… ?

Proprio per questo sarei falsa a dirti che esiste un’unica modalità per tutti. L’unica cosa che posso dirti è di agire secondo il tuo istinto e la tua coscienza. E se sbagli, pazienza. Potrai sempre parlare con tuo figlio e spiegargli che hai commesso un errore. Che anche un genitore non è perfetto e può sbagliare, e che la prossima volta non commetterai più lo stesso errore. I figli comprendono e tante volte è meglio agire e sbagliare che non agire affatto.

Nessuno insegna ad essere genitori.  E ciò su cui ho lavorato con le due famiglie di cui ti ho parlato è stato in primis l’accettare che i genitori perfetti non esistono, che è normale sentirsi fragili, stressati, infelici o pieni di domande. Poi , colloquio dopo colloquio abbiamo cercato insieme delle strade per comprendere meglio se stessi ed i propri figli e per imparare a dialogare anche nei momenti di difficoltà.

La famiglia liberal ha compreso che regole e piccole punizioni sono fondamentali nei percorsi educativi poiché aiutano a definire i limiti oltre i quali non andare e sviluppano quell’equilibrio necessario ai figli per realizzare se stessi.  Le regole nel tempo possono anche cambiare, ma i genitori devono accompagnare il cambiamento senza perdere autorevolezza. Ecco perché se i figli trasgrediscono una regola data dai genitori, arriva la “punizione” che ristabilisce limiti e confini.

La famiglia conservatrice durante il percorso ha invece riflettuto sul concetto di autorità, autorevolezza e di coerenza nel messaggio educativo. Loro educavano i figli al rispetto e alla diligenza. Ma il loro modo per raggiungere questi obiettivi era lasciarli a letto senza cena, sgridarli davanti agli amichetti (generando nei figli profondo imbarazzo) e talvolta picchiarli ed urlare, arginando ogni possibilità di replica o spiegazione da parte dei figli. Solo facendo un profondo lavoro su se stessi sono riusciti a comprendere che il dialogo poteva essere un metodo molto più efficace. Aiutare i figli a mettersi nei panni degli altri avrebbe portato i bambini a capire cosa prova la persona  a cui loro hanno mancato di rispetto. Picchiarli al contrario aumenta rabbia e frustrazione e insegna  loro che quando una persona sbaglia va picchiata o punita severamente senza possibilità di replica, generando proprio il messaggio opposto a quello che loro vogliono trasmettere ai figli.

Secondo lo psicologo dell’età evolutiva Massimo Ammaniti  nella società di oggi il rapporto tra genitori e figli è cambiato completamente e nel saggio “La famiglia adolescente” scrive : “Non sono più soltanto i figli ad aver bisogno della legittimazione dei genitori, ma sono anche i genitori che hanno bisogno delle conferme dei figli” “A differenza che in passato, noi genitori ci immedesimiamo malamente nel nostro ruolo. È come se il riconoscimento e il valore stesso del ruolo genitoriale dipendessero in misura importante dall’approvazione filiale. E questo provoca un rapporto talvolta rovesciato: alimentiamo, nei casi più complicati, un rapporto di sudditanza nei confronti dei nostri figli”.

Quindi per rispondere alla domanda iniziale “Cosa devo fare per essere un bravo genitore?” ti rispondo che per essere brava devi essere IMPERFETTA!

Lascia perdere i manuali d’istruzione che il rapporto con i figli non è un gioco dell’ovetto Kinder da montare pezzo per pezzo, che se poi ne perdi uno, il gioco non si può più costruire e tu ti riempi di ansia e frustrazione. Segui invece i tuoi valori e metti in atto comportamenti coerenti.

E se capita che sbagli non aver paura di chiedere “Scusa”… dopotutto, anche questo è un insegnamento.

 

Erica