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Musica come terapia, anzi meglio

Le note della Petrouchka di Igor Stravinskij si diffondono tra le sale del museo. Si rincorrono lungo la grande passerella elicoidale che collega i vari piani dell’edificio, rimbalzano sulle tele di Boccioni, giocando a tempo con i flash di luce di opere contemporanee dal sapore astratto.

Sono un richiamo comunicativo perfettamente integrato nel contesto in cui sono diffuse, il Museo del ‘900 a Milano, e per questo è facile seguirle. Di piano in piano. Di sala in sala. Una colonna sonora ideale, perfettamente in sintonia con il tipo di arte all’avanguardia che la ospita e non garbatamente scontata come tante se ne sentono.

Avrebbe annuito Stravinskij a sentire la sua opera suonata live in un contesto così fortemente poliedrico dal punto di vista emozionale e comunicativo. Soprattutto perché all’esecuzione c’è l’Orchestra Esagramma, diretta dalla professoressa Licia Sbattella.

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Un’orchestra diversa dalle classiche fromazioni perchè formata sia da musicisti professionisti che da ragazzi che hanno seguito i corsi di formazione di Esagramma, una Onlus nata nel 1999 dall’esperienza riabilitativa e formativa del laboratorio di Musicologia Applicata e dedita al recupero del disagio psichico e mentale grave attraverso la Musico Terapia Orchestrale e Music Virtual Opera.

Infatti, l’utenza di Esagramma è fromata da bambini e adulti affetti da autismo, ritardo cognitivo, psicosi infantile, ma anche adulti e giovani con sindromi post-traumatiche, o di disagio sociale e familiare. “Il lavoro svolto con la musica – spiega la professoressa Sbattella – mette in comunicazione l’energia interiore della persona con l’intima risonanza delle vibrazioni che accompagnano ogni moto, gesto e parola. La multimedialità è il mezzo di cui ci serviamo per trasportare i risultati acquisiti dal lavoro musicale su un canale comunicativo ed espressivo personale e collettivo”. E proprio per dar prova di quanto la grammatica musicale sia in grado di colpire le corde nascoste in persone con deficit cognitivi e comportamentali, il concerto è stato aperto e partecipato da tutti i presenti, dai portatori di handicap agli accompagnatori. Il pubblico, invitato dalla stessa direttrice, si è infatti trasformato in musicista alle prese con i lavori di Stravinskij, ma anche Grieg e Musorgskij. Tremuli, pizzicati, piano e fortissimo si sono susseguiti aiutati dal sapiente tocco della direttrice, traducendo l’emozione di suonare uno strumento in un’armonia di suono perfetta.