Le donne, si sa, sono sempre più amanti delle due ruote e del rombo dei motori. E non solo da semplici passeggere.
Casco allacciato e massima concentrazione sulla strada, le donne che scelgono di andare in moto sono così tante che dal 2007 è stato istituito l’International Female Ride Day, una giornata (il 3 di maggio) dedicata alle centaure.
Oltre a piccoli e grandi viaggi on the road, tante sono le motocicliste che preferiscono le due ruote per andare al lavoro e spostarsi in città. L’ufficio, la spesa, il tempo libero… e l’outfit? Per un uso “quotidiano” della moto è nata Spididenim, la prima collezione che trasforma il denim in qualcosa di molto di più di un tessuto metropolitano.
Grazie, anche, alla partnership con Orta Anadolu, produttore di denim da oltre 60 anni, Spididenim ha dato vita a una ricerca strutturale che ha comportato numerose prove e test. L’obiettivo? Unire la resistenza ad abrasioni, urti e strappi, proprio come avviene in pista al MotoGP, a una texture morbidissima e a una consistenza malleabile e confortevole, proprio come vogliono i veri intenditori del jeans. Da qui è nata una collezione di jeans water e oil repellent, autopulenti e quindi amici dell’ambiente, contribuendo a ridurre i consumi di acqua, di detergenti e di energia. Il tutto senza mai perdere di vista il lato fashion di un capo che può entrare in ufficio, uscire a cena e accompagnare chi li indossa durante tutta la giornata. Insomma, per gli spostamenti in città non è più necessario coprirsi con cerate e strati di materiali idrorepellenti per andare in ufficio in moto! La collezione è dedicata anche all’uomo, e tanti sono i campioni di MotoGP che nel tempo libro indossano i capi Spididenim: Andrea Dovizioso, Aleix Espargaró, Leon Camier e Alex De Angelis.
E la vecchia tuta da motociclista? Quella rimane indispensabile per i viaggi più lunghi, ma se ne avete una vecchia e usurata, sappiate che può diventare una borsa. Un accessorio davvero unico e completamente realizzato a mano con le vecchie tute di motociclisti. Per questo la linea è stata chiamata MSK, come contrazione di “my skin”, proprio perché la tuta diventa la seconda pelle del motociclista. L’unicità di ogni pezzo implica un lavoro lungo e altamente qualificato. Ogni fase di lavorazione è realizzata a mano: lo smontaggio della tuta, il design, la realizzazione dei cartamodelli, il taglio della pelle, l’assemblaggio, e infine la cucitura. Tutto rigorosamente made in Italy.
Anche il casco si declina nelle linee femminili. Quelli di AGV uniscono alle caratteristiche tecniche e di massima sicurezza, un design grafico che sposa tutti i gusti femminili, dai modelli con motivi fiorati, a quelli vintage alla linea più underground.