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Laura Ottaviani: la crisi? Un’opportunità

Trentasette anni, una laurea in Architettura e un sogno che, dal cassetto, è uscito oramai dieci anni fa. Laura Ottaviani porta il nome dell’azienda di cui è Amministratore delegato e Direttore creativo e marketing e lo fa con tutta la passione di chi fa quello che ha sempre sognato di fare, gioco di parole a parte, ma con la consapevolezza di chi è partito dall’inizio.

“Ho sempre sognato di fare esattamente questo lavoro. Il mondo della moda mi ha sempre affascinata e, da sempre, ho  avuto una predisposizione naturale per il disegno. Ma una volta arrivata in azienda, dopo la laurea, oltre 10 anni fa, sono partita dall’inizio, dalla produzione di stampi. Ho seguito la progettazione e dopo la formazione tecnica ho affiancato il commerciale e il marketing . Entrare in azienda dal basso è stato fondamentale per capirne a fondo i meccanismi, l’identità e i ruoli di chi ci lavora”. Da qui è iniziata la nostra chiacchierata.

Ottaviani è un’azienda con una lunga tradizione. Com’è stato il tuo ingresso in azienda rispetto all’identità che il prodotto aveva in quel momento?
Quando sono entrata io in azienda, nel 2004, i prodotti erano molto classici, per me quasi anacronistici. Il grande passo è stato passare a linee di design più semplici e a materiali diversi, come i metalli e l’argento anche per la gioielleria, non solo per il prodotto casa.

C’è una parola che è, oramai, inevitabile menzionare: “crisi”. Che cos’è la crisi vista e vissuta da Ottaviani?
La crisi è soprattutto un’opportunità. Un’opportunità che ha bisogno sempre e costantemente di coraggio, di propositività, di continuo sviluppo. Certo, è difficile, perché il mercato non risparmia nessuno e Ottaviani, sicuramente, ha dalla sua il fatto di essere un marchio storico e affidabile, ma questo non basta. In un momento di crisi bisogna fare esattamente il contrario di quello che potrebbe venire spontaneo: non rallentare e investire, creare, diversificare. È necessario andare incontro al consumatore, stimolare il mercato e pensare a ogni dettaglio: la qualità, che è fondamentale, il prezzo, ma anche il packaging, la pubblicità, gli espositori di prodotto nei negozi.

Puoi farci qualche esempio pratico di prodotti Ottaviani nati in tempo di crisi e che hanno avuto successo?
Prima fra tutti la linea bijoux, che ho introdotto nel 2010. Ora sembra di parlare di qualcosa di scontato, ma all’epoca è stata una proposta scioccante. Il bijoux da gioielleria, allora, era inteso come un accessorio minimal, dalle linee sobrie, io ho introdotto i colori e le pietre. Oggi questa linea, copre la metà del nostro fatturato. Un esempio ancora più recente è la linea orologi uomo e donna che ha fatto il suo ingresso tra i prodotti Ottaviani proprio quest’anno. Gli stessi nostri rivenditori all’inizio erano perplessi, invece il mercato ci ha premiati. Credo che la formula vincente sia stata quella di pensare a un orologio che è anche un po’ un bijoux, con un buon meccanismo e un prezzo accessibile.
Solo in Italia nel 2014 il nostro fatturato è cresciuto del 15%.

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Il fattore Made in Italy è importante, in Italia e all’estero?
Il Made in Italy ha un’importanza relativa per il consumatore finale. Noi alcune produzioni le abbiamo qui, altre all’estero, perché si tratta di lavorazioni che in Italia non vengono più fatte. Quello che interessa al consumatore finale è che il prodotto, soprattutto nell’ambito del design e della creatività, sia stato pensato in Italia. Questo all’estero si sente moltissimo, noi abbiamo molte richieste da Russia, Stati Uniti, Sudamerica, Cina e Hong Kong.

Il tuo è un ruolo molto importante in azienda. Al di là della carica, come segui i tuoi prodotti?
Seguo la parte progettuale a 360 gradi, dal disegno, al marketing al pricing. Ho provato, inizialmente, ad aprire collaborazioni con designer esterni, ma ho capito che non era la giusta strada per Ottaviani perché ha un’identità forte, uno stile e una tradizione che dall’esterno non veniva reinterpretata nella maniera corretta.

Laura Ottaviani - RGB - web

Ottaviani è anche linea casa, clutch, pashmine, ma il prodotto di forza è il bijoux. Si tratta, a tutti gli effetti, di gioielli. Quale credi sia il rapporto della donna oggi con il gioiello, rispetto al passato?
Il gioiello è uno tra gli oggetti più antichi nella storia dell’uomo, seppur non serva a nulla è indispensabile per la femminilità. Una volta il gioiello portava sempre con sé un significato, era qualcosa di prezioso da lasciare ai figli e ai nipoti. Oggi è soprattutto un accessorio di moda, non ha importanza il materiale ma il design.

Qual è stata e, qual è tuttora, la tua esperienza di imprenditrice, come donna?
Sicuramente una donna deve farsi valere di più, deve dimostrare di più. Soprattutto in passato quando mi confrontavo con i fornitori o con l’area produttiva, non è stato sempre facile.

E il tuo rapporto con le donne, com’è?
Nell’azienda ci sono sempre state molto donne e io amo moltissimo lavorare con loro, soprattutto per la specificità del prodotto. Il gioco di squadra è fondamentale e, fortunatamente, per la mia esperienza posso dire che non è vero che la donna non è in grado di lavorare in team. Sarà che da sempre da noi si respirano correttezza e umanità.

Anticipazioni per il 2015?
Sarà un anno molto importante: Ottaviani compie 70 anni! Per festeggiare faremo una linea dedicata, con pezzi del passato appositamente rivisitati. E già  a febbraio ci sarà un prodotto nato dalla collaborazione con la Fondazione Veronesi per  la ricerca contro il tumore al seno.