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Danni da mascherina

Articolo a cura del Dott. Alessio Gessati

In questo periodo la mascherina è una difesa fondamentale contro la diffusione ed il contagio da coronavirus.
E’ ormai diventata una compagna della nostra quotidianità, ma quale che sia il modello utilizzato (FFP2, FFP3) è assai probabile che a lungo andare possa comportare problematiche cutanee e stressare le difese cutanee del viso.
L’uso prolungato (indispensabile, sia chiaro) della mascherina provoca infatti un ambiente umido che altera la barriera cutanea, ossia l’interfaccia idro-lipidico che ammanta e protegge la pelle.
Il microclima che si forma all’interno della mascherina comporta una seria disidrosi superficiale.
La secchezza causa facilità nelle sovrinfezioni, incremento nella produzione di sebo e maggior fragilità ed irritabilità vascolare.
Non indifferenti poi possono essere i microtraumi da compressione causati dalle componenti semirigide dei dispositivi di protezione,.
Le pelli che soffrono già di affezioni come l’acne, la dermatite e la rosacea potrebbero subire dei peggioramenti a causa della frizione con la parte interna della mascherina.
Non dimentichiamo infine che le mascherine possono contenere tracce di coloranti e igienizzanti capaci di irritare la pelle dei soggetti predisposti. La dermatite da contatto si manifesta con secchezza, rossore, prurito e desquamazione.

In tutti questi casi è bene consultare il medico di fiducia.
Prodotti a base di ossido di zinco possono costituire il primo topico ad uso domiciliare.
Al medico estetico poi il compito di suggerire un peeling modulato e tamponato, ideale per stimolare un corretto turnover cellulare per cuti già sufficientemente stressate e il ricorso all’acido ialuronico, presidio indispensabile per il ripristino di quella barriera persa

Studio medico Dr. Gessati

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