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Luigi Ghirri e Franco Guerzoni, tra arte e amicizia

Quando l’arte e l’amicizia si incontrano possono nascere delle grandi opere, come quelle esposte in Triennale a Milano di Franco Guerzoni che hanno alla base la collaborazione che ebbe per un decennio con Luigi Ghirri.

Perché andare: perché la fotografia di Ghirri dialoga con l’arte concettuale di Guerzoni. Raccontando, non solo delle opere esposte, ma di un’amicizia durata per più di un decennio, in cui i due artisti – così diversi fra loro – vagarono per le campagne modenesi realizzando quelle immagini che sarebbero servite come base per i lavori di sperimentazione di Guerzoni stesso.

Franco Guerzoni, Antropologie, 1976-78 stampa originale e coccio, cm 26x17 Courtesy l'artista
Franco Guerzoni, Antropologie, 1976-78
stampa originale e coccio, cm 26×17
Courtesy l’artista

L’opera imperdibile: in realtà sono talmente legate le une con le altre che dividerle è quasi impossibile. Tanto che vanno lette come se fossero il racconto della vita di Guerzoni, in cui il passato si impone per rimmettersi nel presente e ripresentare al pubblico dieci anni di collaborazioni. Decenni in cui le fotografie di Ghirri, poi manipolate, diventano oggetti fondamentali per la ricerca artistica dello stesso Guerzoni.

Quando andare: quando la mente è sgombra da pensieri, dato che per capire le opere esposte ci vuole un po’ di concentrazione. Come del resto accade quando ci si trova davanti a dell’arte concettuale.

My beautiful picture

Informazioni:
Triennale di Milano
Fino al 9 novembre
La mostra “Franco Guerzoni, Nessun Luogo. Da nessuna parte. Viaggi randagi con Luigi Ghirri” è organizzata da: Triennale di Milano, Skira editore, Nicoletta Rusconi Art Projects con il contributo della società Hedge Invest del Gruppo Antonello Manuli Holdings.

 

 

Credits:
gli “irrisolti” sono la testimonianza di opere di Franco Guerzoni che non esistono più, di azioni estemporanee, di interventi più o meno concordati (Progetto per pavimenti imbottito; Opera da Tavolo; Orsi a Modena)

Tutte le foto sono di Luigi Ghirri. Courtesy: Archivio Franco Guerzoni