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Magna Grecia: un’emozione, un fremito

La ricerca di prodotti che ci raccontino la tradizione enogastronomica italiana ci ha portato a Paestum. La millenaria realtà campana ci è apparsa subito come il luogo ideale per vedere confermate fino in fondo le convinzioni che guidano il nostro viaggio alla riscoperta dell’Italia e della sua storia. Un incontro con noi stessi e con la nostra cultura al di fuori di qualsiasi stereotipo e da qualsiasi fretta di vivere.

Quanto si arriva nell’antica Poseidonia, prima ancora di rendersi conto che si sta facendo un salto nel tempo di 2.500 anni, si è colpiti da una forte consapevolezza: la città non c’è, almeno nella sua versione moderna.

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Capaccio, che potrebbe essere la risposta è a qualche chilometro dalla città antica.

Paestum è una suggestione, un tempo sospeso, bagnato dal Tirreno, subito sotto le luci della “costiera amalfitana”. Camminare tra i suoi Templi e i resti delle antiche abitazioni, toccare mura che i nostri antichi hanno toccato, immaginarsi la loro vita, le loro conversazioni, i loro pasti è davvero emozionante. Paestum è un luogo capace di trasmettere una forte energia, capace di riproporre le fondamenta di nuovi orizzonti di economia quotidiana sostenibile, di qualità della vita attraverso la sua sintesi di cultura, agricoltura (ulivo, vite, carciofi, bufale), di sana alimentazione e di civiltà. Un patrimonio da tutelare e rinnovare.

Paestum è l’esempio più fulgido di ciò che ci resta dell’antica Grecia, una testimonianza solare e ottimamente conservata di ciò che rimane di altari, strade, case, della vita quotidiana, del fascino di quella pianura dove i Greci provenienti da Sibari vennero a fondare una nuova colonia con il nome di Poseidonia, un patrimonio irrinunciabile della storia dell’umanità. I templi di Paestum ancora catturano la vista e l’immaginazione integri come pochi monumenti dell’antichità. La fondazione risale al 600 a.c. secondo quanto indicano le fondazioni di un tempietto detto di Cerere, a sud del tempio di Athena, ed è collocata al centro di un’ampia pianura compresa tra le colline di Capaccio a oriente e il Mar Tirreno a occidente

In realtà la sacralità del luogo non si lega al nome di Poseidone ma a quello di Hera, la Giunone romana, moglie di Zeus e quindi moglie per antonomasia, dea del matrimonio e della fedeltà coniugale, in una parola della famiglia.

Viene spontaneo chiedersi cosa mangiassero effettivamente gli abitanti di Paestum e vi promettiamo che sarà argomento di un nostro prossimo articolo. Per ora possiamo solo dirvi cosa si mangia e si produce attualmente a Paestum dove, anche a poche centinaia di metri dall’Acropoli, in mezzo alla storia, potete trovare diversi caseifici che esaltano, con esperienza antica, il famoso latte di bufala ma anche l’apprezzabile carne del bovino che, nei secoli, ha trovato in quelle zone della Campania una sua seconda patria. La proposta alimentare del territorio si completa con olio, vino, in particolare Aglianico e Fiano, e sottoli tra cui primeggiano i carciofi. Qui è la terra a decidere: si dispone solo di quello che Essa produce nelle diverse stagioni dell’anno. Potete assaggiare tutto alla Bottega del Gusto in via Magna Grecia, davanti all’ingresso alla città antica.

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