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Le emozioni che non esprimi… le mangi…

4 semplici trucchi per riconoscere e affrontare la fame emotiva.

Perchè mangio troppo?

Chissà quante volte te lo sei chiesta… magari con un velo di tristezza o di rammarico, davanti allo specchio.

Pensa attentamente alle situazioni in cui il bisogno di cibo si fa impellente, anche se non hai propriamente fame; prova a focalizzarti su cosa è successo poco prima: qualcuno ti ha fatto arrabbiare? Un pensiero triste ha forse attraversato la tua mente? Ti sei sentita inadeguata rispetto a qualche situazione? Sei stressata?  o semplicemnte hai sperimentato un’emozione negativa…

Molto probabilmente ti riconoscerei in qualcuna di queste ipotesi e molto probabilmente ogni volta che un’emozione spiacevole ti attraversa ricorri al cibo per “calmarla”.

Si chiama “Emotional Eating”ed è quel comportamento alimentare per cui si risponde ad una situazione emotivamente stressante alimentandosi in modo poco controllato e ipercalorico. Lo facciamo tutti, ma è ‘ necessario considerare questo comportamento lungo un continuum che va dalla normale soddisfazione di uno sfizio, la famosa coccola, passando per il bisogno di sgranocchiare in continuazione fino ad arrivare a vere e proprie abbuffate, che mettono seriamente a repentaglio la salute.

Contrapposta alla fame biologica, ossia alla necessità di introdurre dei nutrienti nel nostro organismo, la fame emotiva porta a mangiare anche quando ci si sente sazi. L’idea (Macht, 2008) è che le emozioni negative inducano a mangiare e che mangiando esse subiscano una riduzione.

Da un punto di vista psicologico un ruolo fondamentale sembra essere svolto dalla disregolazione emozionale, ossia la difficoltà a controllare i propri comportamenti impulsivi di fronte a emozioni negative con conseguente tendenza a reprimere le proprie emozioni.

Alla base di questo comportamento però non vi è solo una disregolazione emotiva ma è coinvolto anche un processo fisiologico: quando infatti si continua a mangiare seguendo la nostra fame edonica, si attiva uno specifico ormone, endocannabinoide 2-AG,  un mediatore della gratificazione.

Si attiva così un circolo vizioso in cui più mangiamo più ci sentiamo gratificati dal cibo.

Ogni circolo vizioso ha però un punto in cui può essere spezzato. Quindi per voi qualche semplice consiglio, non troppo faticoso, che può aiutarvi a ritrovare l’equilibrio che desiderate.

  1. Avviare un’autosservazione può essere un buon primo passo: osserva cosa mangi e quando; domandati se hai realmente fame. In questo compito compilare un diario può esserti d’aiuto. Prima di mangiare il tuo cibo consolatorio, fermati un attimo… pensa a quale situazione, pensiero, sensazione ha preceduto la tua voglia… prendi nota. Talvolta questo semplice gesto interrompe la meccanicità del gesto, riconnette con se stessi.
  2. Se ti rendi conto che quella che provi è una fame edonica, impegnati a trovare delle alternative: puoi fare altro invece di mangiare?
  3. fai dei respiri profondi e poi scrivi ciò che senti.
  4. Odiare il proprio corpo è un altro dei fattori maggiormente connessi all’emotional eating perciò essere meno intransigenti con se stesse e imparare ad amarsi è fondamentale per interrompere il ciclo dell’emotional eating: allenati a riconescere delle cose di te che apprezzi, aspetti fisici e caratteriali.

Ora tocca a te!!!!

Solo affrontare le proprie emozioni e riconnettersi con esse, separandole dal cibo, permette di avviare un reale cambiamento. Ricorda che puoi chiedere supporto ad uno specialista.

Buon nuovo inizio!!!

 

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