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Consigli per proteggere il proprio smalto dei denti

Lo smalto dentale è il tessuto più resistente che il corpo umano possieda.

La sua funzione è quella di proteggere, per tutta la vita di un individuo, la porzione vitale dei denti.

Ma da cosa protegge? Principalmente da traumi meccani e dall’attacco degli acidi che possono essere prodotti dall’organismo stesso in seguito ad episodi di reflusso gastroesofageo, in presenza di patologie genetiche, in pazienti che soffrono di disturbi alimentari come la bulimia, oppure introdotti dall’esterno attraverso alcuni tipi di alimenti.

A lungo andare l’erosione dello smalto dentale da parte degli acidi provoca ipersensibilità dentale e rende i denti più soggetti all’attacco della carie.

 

 

  • Durante le feste anche il nostro smalto è stato messo a dura prova, con pranzi e cene, zuccheri e alimentazione troppo ricca, pasti lunghi e frequenti.

 

Ne parliamo oggi con il Prof. Stefano Scavia, docente universitario di chirurgia orale rigenerativa presso l’Università degli studi di Milano Bicocca e fondatore della scuola di formazione in chirurgia orale minimamente invasiva M.I.D.A. – Minimal Invasive Dental Academy – presso la sua prestigiosa Luxury Dental Clinic milanese Odontoaesthetics.

 

“Molti alimenti sono un’arma a doppio taglio e, se assunti in maniera scorretta o troppo frequentemente, possono essere dannosi per lo smalto dei nostri denti.”

 

Ad esempio limone e agrumi sono ricchi di vitamina c ed hanno uno spiccato potere alcalinizzante e antiossidante ma al contempo, se assunti frequentemente, la loro acidità può condurre a problemi di porosità dello smalto con il rischio di ipersensibilità e di alterazione del colore.

Allo stesso modo, anche il the verde disintossicante e drenante, si trasforma in un elemento killer per il colore della nostra dentatura, così come caffè, tisane, curry, salsa di soya, vino, aceto balsamico, frutti di bosco, liquerizia e cioccolato.

“Non tutti sanno poi che alimenti quali yogurt e ananas contribuiscono anch’essi ad aumentare l’ipersensibilità dentale se assunti con regolarità”.

 

  • Come si può fare prevenzione per avere uno smalto sempre sano?

Al di là del “lavarsi i denti” dopo i tre pasti principali per almeno due o tre minuti utilizzando un dentifricio non abrasivo con fluoro in concentrazione di almeno 1400 ppm, il consiglio primario è il tempismo. L’igiene orale andrebbe sempre effettuata entro i primi quindici/venti minuti dalla fine dei pasti per arginare i processi metabolici dei batteri che cominciano ad aggredire i denti già dai primi minuti.

Per rimuovere invece tartaro e macchie superficiali e per tenere decontaminati i restauri protesici e gli impianti dentali, si consiglia la seduta di igiene orale professionale con cadenza annuale, semestrale o trimestrale a seconda delle indicazioni cliniche impartite dallo specialista e dagli igienisti.

È poi fondamentale una volta all’anno, in concomitanza dell’igiene professionale, l’applicazione di fluoro topico per desensibilizzare, rimineralizzare e rinforzare lo smalto.

 

  • E se i danni allo smalto sono già avvenuti?

In caso di ipersensibilità dentale può essere molto utile l’utilizzo del laser, che consente di ridurre la sensibilità a caldo, freddo e cibi acidi in pochi secondi, senza anestesia, in una sola seduta ed in modo sicuro e indolore.

Nel caso invece di profonde erosioni con importante perdita di smalto, l’odontoiatria additiva è la soluzione innovativa più conservativa e meno invasiva per ricostruire i tessuti dentali perduti. Essa consente il ripristino degli elementi abrasi, consumati o fortemente compromessi attraverso tecniche ricostruttive e adesive molto avanzate, che consentono di ricostruire i tessuti mancanti senza sacrificare ulteriore porzione dentale a differenza delle comuni riabilitazioni con restauri protesici o faccette tradizionali.

Nei casi in cui i fenomeni abrasivi abbiano coinvolto anche la porzione gengivale causando recessioni ed esposizione della componente radicolare dei denti è oggi possibile ricostruire micro-chirurgicamente le gengive naturali, ripristinando l’estetica e la funzione protettiva che la gengiva esplica sul tessuto dentale.

Per quanto riguarda i casi di alterazione del colore dei denti si può ricorrere allo sbiancamento dentale professionale: oggi grazie alla presenza di esclusivi cromofori presenti negli sbiancanti di ultima generazione e all’utilizzo di particolari attivatori stimolati da raggi a luce fredda, lo sbiancante agisce sui denti in pochi secondi, assicurando un trattamento non aggressivo, rapido, efficace e profondo, senza alcun problema di danneggiamento dello smalto o di sensibilità.

 

Il colore dei denti è sempre simbolo di giovinezza e salute. Come si può decidere quanto sbiancare i denti con un trattamento professionale?

Nel nostro centro la rilevazione del colore prima e dopo il trattamento viene calcolata attraverso uno strumento digitale chiamato spettrofotometro; il suo utilizzo consente, attraverso una scansione della superficie percepita dal paziente come un “semplice scatto fotografico”, di avere la mappatura completa di tutte le tonalità di colore e di rilevare i differenti livelli di trasparenza e translucenza caratteristici di ogni singolo dente.

Questo passaggio è fondamentale per scegliere e pianificare un percorso personalizzato di sbiancamento in base alle proprie caratteristiche e volto all’ottenimento del risultato finale desiderato. A seconda del tipo di smalto, del colore iniziale e degli obbiettivi richiesti dal paziente il trattamento professionale può essere integrato da applicazioni domiciliari personalizzare al fine di poter ottenere il risultato e la durata del trattamento desiderati.