Allenamenti, arte e viaggi: Alice Betto si racconta, tra le onde di una piscina e la voglia di raggiungere Tokyo con il cuore leggero
Determinata, curiosa, instancabile. Alice Betto è una di quelle atlete che non si accontentano mai, nemmeno quando i risultati parlano per loro. Trentadue anni, una carriera costruita con pazienza e sacrificio, un sogno olimpico ancora acceso e la capacità di trovare sempre un motivo per ripartire.
In un’intervista concessa alla Gazzetta dello Sport, la triatleta ha raccontato il suo ritorno in acqua dopo il lungo lockdown: “È stata una sensazione bellissima tuffarsi nuovamente in piscina dopo settimane di astinenza. Il nuoto mi serve anche per rilassarmi, serviva davvero dopo due mesi di ciclomulino chiusa in casa”. Una frase che racchiude tutta la sua essenza: disciplina e amore per ciò che fa.
Il percorso di Alice non è stato quello classico. Prima nuotatrice, poi maratoneta per curiosità e sfida personale, fino all’incontro con il triathlon. “È stato amore vero”, ha spiegato. La bicicletta, in particolare, è diventata il simbolo della sua libertà: “Me l’ha fatta scoprire mio marito Alessandro e da quel momento non ho più smesso. Pedalare è un piacere puro”.
Nel suo quotidiano, l’allenamento è una sinfonia di fatica e disciplina. Nuoto per rilassarsi, corsa per mettere alla prova la mente, ciclismo per sentirsi viva. “Spesso uso il nuoto come recupero attivo: mi ricarica”. Le giornate scorrono tra chilometri su due ruote, corsa e palestra, con i weekend dedicati alle combinazioni più lunghe.
Oggi Alice è una delle atlete più esperte della Nazionale italiana di triathlon, anche se è arrivata tardi in questo mondo. Gli infortuni, le delusioni e le qualificazioni mancate l’hanno temprata più di qualsiasi vittoria. “La resilienza l’ho imparata sulla mia pelle”, ha raccontato alla Gazzetta.
Dopo la lunga pausa per l’emergenza sanitaria, la ripartenza è stata un nuovo inizio. “Mi sento più forte e motivata di prima. Ogni gara è un divertimento, ma resto molto esigente con me stessa”. È questa fame, più che l’ambizione, a spingerla avanti: il desiderio di migliorarsi, di non fermarsi mai alla prima soddisfazione.
Fuori dalle gare, Alice Betto è molto più di un’atleta. L’arte è la sua valvola di sfogo, la cucina la sua forma di creatività quotidiana. “Mi piace sperimentare, giocare con i colori e con i sapori. Alla fine di una giornata di allenamento, preparare un buon piatto è la mia gratificazione”.
Durante la quarantena ha riscoperto la passione per il disegno, in particolare i ritratti, mentre il suo sito personale racconta tutto ciò che c’è “dietro la divisa azzurra”.
C’è anche la voglia di viaggiare, con un legame speciale con il Sudafrica, terra che l’ha affascinata fin dal primo soggiorno a Stellenbosch, tra natura e arte. Ma il pensiero, inevitabilmente, resta su Tokyo: la meta più sognata, la tappa che può coronare una carriera fatta di cuore e determinazione. Alice sorride: “Gli anni dispari mi portano fortuna”.
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