Uno degli accessori più amati dell’autunno, ma anche uno dei più facili da sbagliare: e il confine tra chic e disastro è più sottile della visiera stessa.
C’è un momento, ogni autunno, in cui il cappello da baseball torna improvvisamente ovunque. Lo si vede sulle ventenni che si muovono leggere come se fossero appena uscite da un tutorial di TikTok, sulle quarantenni che puntano alla combo tailleur+visiera, e sulle persone che semplicemente cercano un modo dignitoso per coprire un bad hair day senza ammetterlo apertamente. E a quel punto succede sempre la stessa cosa: ci convinciamo che “tanto sta bene con tutto”. Spoiler: non è proprio così.

Perché il baseball cap è uno di quegli accessori che sembrano innocui ma, se sbagli mezzo dettaglio, ti trasformano in un attimo da street chic a turista con souvenir dell’autogrill. E non importa quanto il trend sia forte – e lo è, perché ormai anche le celebrità lo infilano sotto cappotti sartoriali e blazer da riunione – quello che conta davvero è come lo si porta. E soprattutto cosa si evita.
Perché sì, il cappello da baseball è un jolly incredibile… ma è anche il posto dove il trash si nasconde meglio.
Cappello da baseball: come indossarlo bene (senza scivolare nel trash)
Quando un accessorio è così diffuso, il rischio di sbagliare si alza automaticamente. Il primo errore? Scegliere un modello troppo rigido o troppo alto. Quel tipo di cappello che crea l’effetto ‘testa quadrata’ annulla immediatamente qualsiasi tentativo di look chic. Oggi funzionano le forme morbide, destrutturate, quelle che si appoggiano alla testa senza fare volume inutile.

Secondo errore: il logo gigantesco. Basta un monogramma XXL o un colore urlato per far scattare l’effetto ‘merch aziendale’. La regola è semplice: neutro vince sempre. Nero, panna, grigio, blu, o anche pastello se l’outfit lo permette. E sì, lo so: ogni tanto ci innamoriamo del modello super brandizzato che vediamo su una celeb. Ma quello è il punto. Su di loro funziona perché tutto il look è calibrato al millimetro. Nella vita vera, quel logo ti ruba la scena – e non nel modo giusto.
Terzo errore: abbinarlo male. Il cappellino funziona con il tailleur solo se il resto è pulito. Se già c’è un dettaglio forte nel look, la visiera deve bilanciare, non aggiungere caos. Stessa cosa con il cappotto: se la linea è elegante, il modello deve essere essenziale, quasi anonimo, per non creare quell’effetto ‘sportivo per caso’.
Infine, l’errore più sottovalutato: portarlo troppo basso sulla fronte. Sembra una sciocchezza, ma basta abbassarlo di due dita per trasformare un look intelligente in uno da ‘mi nascondo dal mondo’. E no, non è un mistero: la posizione sbagliata basta da sola a rovinare il lavoro del resto dell’outfit.





