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Alice Betto: il mio mondo da triatleta

Lentiggini, sorriso dolcissimo, 27 anni, un marito. Ma non lasciatevi ingannare da quel fare, apparentemente, ingenuo. Lei, Alice Betto, triatleta nelle prime 10 del ranking olimpico – infatti – ha le idee chiarissime. Ama cucinare e concedersi qualche stravizio nei periodi “fuori gara”, per ora non pensa ai figli ed è pazzamente innamorata di suo marito Alessandro. Arteficie, forse, della sua scelta di passare dal nuoto al triathlon. L’abbiammo incontrata in occasione dell’Aspria Triathlon Cup che si è svolta a Milano, qualche settimana fa. Sentite cosa ci ha raccontato.

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Atleta, moglie, donna, come riesci a conciliare tutto?
Allora, mio marito era un compagno di nuoto ed è stato colui che mi ha spinta a cambiare di disciplina quando, a 18 anni, decisi che ero annoiata da quello sport e volevo dedicarmi solo all’università. Mi sono iscritta all’Accademia delle Belle Arti per seguire la mia passione per l’arte, allontanandomi e disintossicandomi dallo sport.

E poi?
Probabilmente mio marito percepiva meglio di me un po’ di insoddisfazione, forse di vuoto, nella mia vita. Dovevo sfogarmi in qualche modo. Lui, all’epoca iniziò a correre. Si iscrisse a una maratone e il suo amico non potè partecipare. A quel punto mi propose di farla io al posto del suo compagno.

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42 chilometri dal nulla?
Ho iniziato a correre la mattina alle 6 prima di andare all’università. Poi mi sono buttata e… ho fatto 3 maratone. L’ultima in 3 ore!

Aggiungere nuoto e bici, una passeggiata?
Per il nuoto ho ritrovato il piacere di entrare in vasca grazie a un nuovo equilibrio, in più è uno sport che ha sempre fatto parte del mio dna, per cui non è stato difficile. Grazie anche all’incontro con Sergio Migliorini, medico sportivo che ha sempre seguito il Triathlon Novara. Da lì, tutto ha avuto inizio, senza sapere minimamente cosa fosse il triathlon.

Qual è stata ed è la difficoltà maggiore di questo sport?
Mettere insieme i tre sport. Fare una corsa “a secco” e farla all’interno di una competizione di triathlon è tutta un’altra cosa. I muscoli arrivano affaticati e in condizioni di stress, le transizioni dalla vasca alla bike e poi alla corsa sono difficilissime. All’inizio ero sempre per terra, non riuscivo a farlo diventare un automatismo! Nel triathlon ci vuole tecnica e tanta, tantissima esperienza.

In un sport che è, per caratteristiche intrinseche, tanto maschile e crea fisici (forse) poco sexy, come si riesce a mantenere la propria femminilità?
Allora io arrivo, originariamente, dalla danza classica. Se mi vedesse la mia insegnante del tempo, rabbrividirebbe! Però cerco di andare in giro sempre curata anche quando mi alleno. Non mi trucco visti gli sport che pratico, ma cerco di curare altri dettagli. Non uso tacchi, ma nemmeno le tutone da “assessuata”.

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Alice Betto, foto Marco Garofalo

Di quale accessorio non faresti mai a meno?
Della borsa. Ne ho tantissime e le adoro! Ma anche interessi non strettamenti legati al mondo dello sport aiutano ad avere un’essenza più femminile. Shopping con le amiche, un cocerto jazz, una mostra… tutto ti riporta a una vita normale.

E il tuo rapporto con l’alimentazione?
La benzina per il nostro corpo è fondamentale. Non seguo una dieta particolare. Mangio un po’ di tutto, anche perché sono un’appassionata di cucina. Al punto che quando sono in off-season vado dall’amico Davide Brovelli  che ha il ristorante Il Sole di Ranco, una stella Michelin, e mi diletto in cucina con lui.

E in tempo di gare?
Mantengo un’alimentazione molto semplice, ricca di carboidrati, proteine, frutta e verdura. Ti faccio un esempio. A colazione bevo due tazzone di te, l’idratazione è fondamentale, una ciotola con latte e creali integrali, 4 fette biscottate integrali e un frutto. Non faccio quasi mai lo spuntino a metà mattina e a pranzo prediligo i carboidrati che sono più leggeri, visto che mi alleno. Pasta o riso o farro, a seconda del periodo dell’anno, in bianco con olio e parmigiano, tanta verdura cruda e magari della ricotta o della bresaola con un frutto. Uno spuntino con crostata o yogurt, nel pomeriggio insieme a una tisana o a un tè. La sera, infine, vado sulle proteine con una predilezione per il pesce che amo moltissimo, frutta e carboidrati come patate o couscous che adoro.

Un sogno nel cassetto?
Ne ho diversi. Con mio marito ci piacerebbe mettere da parte un po’ di soldi e fare un bel giro del mondo. Una volta accantonato il mondo delle gare, ovviamente! La stessa cosa vale per la mia passione per l’arte che, spero, di poter riprendere quando non sarò più “solo” atleta e, infine, da atleta, sogno ancora le Olimpiadi, visto che ne ho persa una a causa di un infortunio.