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#Run106Pietro: trasformare il veleno in medicina

Roberto Andreoli, Direttore divisione Cloud & Enterprise di Microsoft Italia, dopo la perdita del suo piccolo Pietro, avvenuta il 18 febbraio 2010, la sua vita è stata distrutta. A soli 6 anni Pietro, a causa di una malformazione artero-venosa dietro al cervelletto, lascia la sua famiglia. Davanti ad un dolore simile si può reagire in diversi modi e Roberto ha deciso di aiutare altri bambini che non stanno bene.

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“Le alternative erano due: la prima era semplicemente quella di soffrire, la seconda di lottare per Riccardo (il figlio di tre anni più grande), per fargli continuare la sua vita normale e per dimostrargli che Pietro era sempre con noi, anche se non visibile, ma comunque presente. Io e mia moglie Enrica abbiamo scelto la seconda strada e quel giorno, guardandomi allo specchio, ho visto un uomo distrutto non solo psicologicamente ma anche fisicamente. A dicembre 2011 decisi quindi di cambiare per me, per la mia famiglia (che si era poi arricchita da altri due elementi Emma e Michele) e per Pietro, il mio piccolo grande uomo”.

A questo punto Roberto inizia una dieta molto rigida e a piccoli passi inizia a correre. Dopo circa un anno ha perso 40 chili e ha corso la sua prima mezza maratona. Il suo sogno è sempre stato quello di dimostrare a Pietro che anche il suo papà poteva essere forte come lo era stato lui.  Nell’ottobre 2013, a Verona, Roberto Andreoli ha corso la sua prima maratona chiudendola in 4 ore e 33 minuti, a seguire anche la leggendaria Monza-Resegone, gara notturna di 43 chilometri. Però Roberto non si ferma, non basta e  vuole dimostrare che con l’impegno e la determinazione tutto è possibile. Dal 4 all’11 dicembre disputerà  la 100 km nel deserto della Namibia, una gara di poco più di tre giorni suddivisa in quattro tappe (da 15, 21, 42 e 26 km) per un totale di 104 km. Arrivato al traguardo non si fermerà ma percorrerà altri 2 km, così da raggiungere i 106 km perché quello che è davvero importante è il numero 6 gli anni di Pietro.

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Con questa gara vuole aiutare anche altri bambini che stanno che stanno soffrendo. Per questo obiettivo della sua impresa è anche la raccolta fondi da devolvere a Una Onlus – http://www.una-milano.org – che si occupa della ricerca medica per la lotta contro il Neuroblastoma, il più frequente tumore solido in età pediatrica. “Voglio provare ad aiutare anche altri bambini che stanno soffrendo”. Su Rete Del Dono ognuno può dare il suo contributo: http://www.retedeldono.it/it/iniziative/una-onlus/roberto.andreoli/run106-con-il-mio-piccolo-pietro.

Attraverso la corsa e con tanta determinazione Roberto ci insegna che anche il dolore più grande, come può essere la perdita di un figlio, può essere trasformato in qualcosa di bello e nobile. L’amore infinito per Pietro lo ha portato a superare se stesso e a trasformare la sua vita. Anche se fisicamente non può abbracciare Pietro, l’amore non finisce e Andreoli ci dimostra come una cosa tanto dolorosa può essere trasformata in qualcosa di positivo.  Noi siamo sicuri che il piccolo Pietro è tanto fiero del suo papà, come lo siamo noi di conoscerlo e supportarlo per questa impresa d’amore. #RunRobyRun

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