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Infortunio in palestra: tutela e risarcimento

Articolo a cura dall’Avv. Laura Citroni

Cosa è classificabile come infortunio in palestra?

Durante la lezione di pilates l’elastico che vi tiene in tensione cede provocandovi una brutta caduta o a causa del pavimento bagnato scivolate a terra? L’infortunio a ciò conseguente può essere adeguatamente tutelato.

Ma qual è il procedimento più efficace per ottenere il risarcimento dai gestori della struttura?

Innanzitutto è necessario rivolgersi al medico per ottenere un certificato che attesti la presenza e la gravità del danno e indichi le cure mediche adeguate. Si raccomanda di conservare ogni ricevuta di pagamento per le terapie svolte poiché per queste è possibile ottenere rimborso.

La prima raccomandazione riguarda la scelta della palestra: affidatevi a strutture che prevedono assicurazioni il più complete possibile.

L’obbligo di assicurazione è previsto solo per i tesserati di federazioni e discipline riconosciute dal CONI ma non è raro che i centri sportivi siano provvisti di assicurazione a tutela degli infortuni degli iscritti.

In questi casi, la quota assicurativa, se non autonoma sarà inserita in quella di iscrizione o di associazione.

E’ necessario dunque sincerarsi della presenza di una polizza per i casi di infortunio in palestra e farsi rilasciare una ricevuta con i dettagli dell’assicurazione, che è opportuno analizzare minuziosamente.

Nell’eventualità in cui si subisca un infortunio, è doveroso comunicarlo immediatamente al gestore della palestra ed alla Compagnia Assicuratrice, preferibilmente con una raccomandata con ricevuta di ritorno per avere conferma e prova dell’avvenuta ricezione. 

Generalmente, la procedura prevede una visita del medico inviato dall’Assicurazione e per controllare l’effettivo danno, a seguito della quale verrà proposta una liquidazione.

Cosa fare se la palestra non è assicurata per infortuni o lo è, ma non per il tipo di infortunio avvenuto?

In questi casi può essere utile rivolgersi ad un legale per farsi consigliare ed, eventualmente, intraprendere una causa giudiziale di risarcimento danni.

Cosa succede in caso di infortunio in palestra provocato dal degrado dell’attrezzature?

Il gestore è considerato dalla legge ‘custode’ dei beni all’interno dei locali e da ciò deriva l’obbligo, ai sensi dell’art. 2051 del codice civile, di prevenire ogni situazione di pericolo dovuta al malfunzionamento delle attrezzature o a una noncuranza nell’attività di manutenzione.

E’ tenuto, quindi, ad adottare tutte le misure necessarie a preservare l’incolumità fisica dei clienti della palestra.

Se non adempie a questo obbligo e a causa di ciò si verifica un infortunio, egli sarà obbligato a risarcire il danno.

Nella diversa ipotesi in cui l’infortunio si verifichi durante un esercizio consigliato da un istruttore, egli potrebbe essere considerato responsabile insieme al gestore della struttura per aver calibrato in modo erroneo l’esercizio con riferimento all’età, alle condizioni fisiche e all’effettiva capacità del soggetto che si trovava di fronte.

L’ampia casistica rende impossibile ricondurla ad una regola universale.

Si consiglia in ogni caso di rivolgersi a un legale per ottenere un parere che chiarisca l’eventuale responsabilità dell’insegnante o del gestore.

In linea generale, comunque, anche in capo all’istruttore vi è un obbligo; esso consiste nel vigilare sulla corretta esecuzione dell’esercizio e di insegnare le migliori modalità di utilizzo degli strumenti di fitness a disposizione.

Pur essendovi casi limite, come ad esempio il caso in cui il corso per principianti di una particolare disciplina venga unito al corso avanzato (in questo caso non sarà sicuramente opportuno intraprendere un movimento per il quale non si sono svolti i dovuti anni di allenamento), la maggior parte degli infortuni in palestra merita un’analisi approfondita con riguardo alle circostanze in cui sono avvenuti.

In caso si voglia intraprendere una causa di risarcimento del danno, in linea di massima, quando l’infortunio si è verificato durante l’attività fisica o nei locali della struttura, il giudice sarà tenuto a valutare se il danno è derivato dalla potenziale lesività dell’attrezzatura e/o a causa del comportamento negligente del gestore/insegnante.

Se riterrà che il danno non è conseguenza di un comportamento imprudente e indisciplinato dl cliente o di un evento totalmente imprevedibile ed eccezionale, il giudice riconoscerà il diritto al risarcimento.

Ma quali danni possono essere risarciti in caso di infortunio in palestra?

Il risarcimento può riguardare sia le spese sostenute per le terapie, sia il mancato guadagno derivante dal danno (per esempio il danno conseguente alla mancata attività lavorativa).

La Giurisprudenza riconosce, poi, come risarcibili anche il c.d. danno morale e il c.d. danno biologico.

Il primo consiste in un ‘momentaneo turbamento psicologico collegato alla sofferenza fisica e al dolore morale’; il secondo, più grave, riguarda le conseguenze negative che l’infortunio ha provocato sullo stato d’animo di chi l’ha subito e sulla sua attitudine psicologica a partecipare alle normali attività quotidiane.

Questa seconda categoria comprende anche l’intervenuta difficoltà delle capacità relazionali e la diminuzione dell’attitudine lavorativa o della capacità sessuale.

Si raccomanda dunque di scegliere una palestra adeguata, informarsi sulle condizioni assicurative o, alternativamente, tutelarsi in autonomia con polizze del modello delle assicurazioni R.C. che si adeguano ad ogni tipologia di attività e fascia di prezzo. Inoltre è opportuno fare attenzione agli esercizi fisici e non esagerare con l’attività ma aumentarne gradualmente il livello di difficoltà.

Nel malaugurato caso in cui, nonostante le precauzioni, si rimanga vittima di un infortunio in palestra, sarà utile agire tempestivamente per iscritto consultare un legale.

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Avv. LAURA CITRONI

Avvocato da sempre, un po’ per vocazione, un po’ per piacere, si occupa di assistenza alle aziende come consulente di società, gruppi societari e start-up.

Nella sua attività quotidiana non mancano mai diritto di famiglia, redazione di contratti e tutela del marchio.

E’ mamma di Alice e Filippo, ama viaggiare, andare in barca e chiacchierare con le amiche di sempre.

La passione per la pratica yoga l’ha portata ad intraprendere un duro percorso formativo per diventare insegnante.

Il tempo libero è sempre poco, ma nei ritagli di tempo scrive e collabora con riviste, blog e magazine per cui tratta temi giuridici di interesse comune affrontandoli in maniera semplice ed accessibile anche per i non addetti ai lavori.

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