Voci, poesia e sguardi femminili: il debutto di Michela Golia è un piccolo viaggio emotivo che resta anche dopo l’ultima pagina
L’incontro con Michela Golia, autrice di “Storie di una bambina precoce”, restituisce subito un’energia contagiosa. La sua è una scrittura che parte dalla vita, la attraversa e la rielabora con delicatezza, mettendo al centro emozioni, prospettive diverse e quella sensibilità che permette alle parole di farsi racconto.

Milanese, formazione classica e una laurea in Lettere Moderne all’Università degli Studi di Milano, Michela Golia si muove da sempre nel mondo delle parole.
Durante gli anni universitari collabora con associazioni culturali, nel 2016 scrive per “Nuova Antologia” e nello stesso periodo apre in Brianza un centro linguistico dove insegna italiano e inglese. “Storie di una bambina precoce” è il suo primo romanzo, il punto di partenza di un percorso che unisce didattica, narrazione e osservazione del mondo femminile.
Di cosa parla “Storie di una bambina precoce”
Il romanzo racconta l’esistenza di una donna attraverso un gioco di punti di vista, flashback e anticipazioni che guidano il lettore dentro le crepe e le rinascite della protagonista. Le vicende familiari, gli amori, le perdite e i ritorni sono incorniciati da una poesia iniziale e una finale.
Una scelta precisa: “Cominciare e terminare un romanzo non è facile, come le relazioni del resto. La poesia mi ha aiutata a trovare la chiave”, racconta Michela.
La voce dell’autrice è limpida: distanziarsi completamente dalla propria esperienza è impossibile, perché “le parole hanno un peso specifico”, e ogni storia porta con sé qualcosa di noi.
Alla domanda sul messaggio centrale del libro, Michela risponde senza giri di parole: “Bisogna sempre mettersi nei panni degli altri. Non esiste un’unica verità, ma una pluralità di sguardi”.
Nel romanzo, infatti, si alternano più voci narranti che intrecciano percezioni diverse, mostrando come ogni esperienza sia relativa al contesto e allo sguardo di chi la vive.
Chi sono le “bambine precoci”
Il titolo porta con sé una riflessione sul ruolo femminile. Le “bambine precoci” sono le donne a cui spesso viene chiesto di dimostrare tutto prima e meglio degli altri, di correre più veloci per ottenere lo stesso risultato. Un’immagine che attraversa il libro e che diventa spunto per parlare di autodeterminazione, aspettative e identità.
Nel romanzo non c’è spazio per il caso. Per Michela tutto dipende dalla volontà individuale, perché “felicità e volontà sono due facce della stessa medaglia”.
È una filosofia che accompagna i personaggi e che torna anche nella vita dell’autrice, oggi alle prese con un nuovo progetto: un secondo volume dedicato a figure femminili diverse, con un’ulteriore riflessione sulla relatività del tempo e delle emozioni.
Il debutto di Michela Golia ha già trovato il suo spazio tra i lettori: prima firmacopie al Mondadori Megastore di Via Marghera a Milano, poi un nuovo appuntamento il 9 dicembre alle 20.30 alla Libreria Verso di Corso di Porta Ticinese, che ospiterà la presentazione ufficiale del romanzo.
Un libro breve, intenso, attraversato da poesia e sguardi diversi, che lascia al lettore la libertà di immaginare, interpretare e completare.





