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Un buon chirurgo estetico? Quello che non opera tutti

Medicina e chirurgia estetica possono essere un valido aiuto per correggere difetti e imperfezioni, ma anche per ritrovare la sicurezza in se stessi compromessa da inestetismi e forme che non ci piacciono. Tutto vero, ma attenzione a eccessi, false speranze e ciarlatani. Abbiamo incontrato il dottor Matteo Marino, medico e chirurgo estetico dell’istituto ortopedico Galeazzi e del San Raffaele di Milano, per una chiacchierata davvero interessante. Molte cose le saprete già, altre ve le raccontiamo in questa intervista.

dott marino

Cosa significa essere un medico estetico e soprattutto un chirurgo plastico?
Significa essere un buon consulente, ma anche un bravo psicologo. Spesso dietro un disagio fisico si cela un problema psicologico legato all’incapacità di una persona a convivere con un difetto fisico.

Che tipologie di pazienti arrivano da lei? Sono tutti innamorati del bisturi, per dirlo con un eufemismo?
No, ci sono due tipologie di pazienti. Quelli che vogliono correggere, ma hanno paura e quelli che, invece, sono radicali e convinti da subito della scelta. Con i primi si ha un approccio più legato alla medicina estetica con piccoli interventi come iniezioni di filler o trattamenti mirati. Con i secondi non ci sono possibilità. Vogliono solo l’intervento radicale.

Un tempo la chirurgia estetica era un lusso per pochissimi. Oggi si fanno finanziamenti per potersi permettere un sogno.
Ormai è per tutte le donne e per tutti i ceti sociali. Capita, è vero, che chiedano la possibilità di finanziare l’intervento.

Qual è il buon chirurgo plastico?
Quello che non accetta di operare tutti. Questo riguarda la sfera deontologica, ma ha a che fare anche con una tutela personale. Se il problema, per esempio, è più psicologico che non reale difetto fisico, una volta operato al naso, il paziente, troverà difetti nuovi e chiederà nuovi interventi. Questo è pericoloso e dannoso

Uomini e donne. Sono sempre più le seconde a ricorrere ai “ritocchini”?
Le donne restano sono circa l’80%, ma è in crescita anche la quota di uomini che decidono di essere esteticamente più affascinanti. L’uomo chiede ringiovanimento del volto, piuttosto che naso, liposuzione e occhi, quando invecchiano.

Come sono cambiate le tecniche e il livello di dolore, post intervento, del quale tanto si parla?
Tutto si è evoluto molto, tanto nelle tecniche chirurgiche, quanto in quelle anestesiologiche. Io, per esempio, nei casi di interventi al volto, prima che il paziente si risvegli somministro un anestetico intraoculare in grado di annullare il dolore per i 2 giorni successivi all’intervento. In questo modo il fisico già stressato dall’intervento non si sottopone ad altre fatiche provocate dal “male”.

Luoghi comuni: la chirurgia estetica è pericolosa.
Tutti gli interventi sono potenzialmente pericolosi. Ci vogliono professionisti e strutture idonee per affrontare con serenità l’intervento. Questa regola vale per tutti.

Chirurgia estetica su pazienti oncologiche. Quanto è difficile per il medico e quanto per il paziente?
E’ un approccio particolare. Di norma sono pazienti che hanno già sofferto molto e il seno, per una donna, è il simbolo della femminilità, quindi il trauma è forte, in caso di mastectomie radicali. A volte, per questo motivo, capita che ripongano totale fiducia nell’atto ricostruttivo pensando quasi in un miracolo, ma non è così. O meglio, ci sono casi in cui il miglioramento è tale da ridare una percezione fisica ottima, in altri casi la compromissione può essere tale da rendere il miglioramento non così importante come la paziente si aspetterebbe.

Qual è l’intervento che ricordi ancora?
Sicuramente il primo che ho fatto. Avevo 25 anni e ho fatto una blefaroplastica che è venuta così bene che la faccio vedere ancora adesso per mostrare i risultati. La cosa che ricordo è che sorridevo e pensavo tra me e me: “Perché ha deciso di farsi operare da me che sono così giovane?”.

E’ possibile ricorrere al Sistema Sanitario Nazionale per interventi di questo genere?
Il SSN supporta economicamente se c’è un deficit funzionale o una patologia a rischio, come accade nei grandi obesi per esempio. Il naso, invece, si può sistemare con la mutua in modo tale da recuperare la funzionalità, ma non si può cambiare l’estetica. Tutto deve essere dimostrato da fotografie fatte prima e dopo l’intervento.