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B come “Bioarchitettura”. L’alfabeto delle case.

A cura dell’Architetto Michele D’Oria

Bioagricoltura, bioalimentazione, biotessuti, biotecnologie, bioetica, biocarburanti, ormai pare che nulla ha più valore se non possiede il prefisso bio.

Ebbene, anche l’architettura si può fregiare del bio, ma non si può certo considerare una “moda” recente e passeggera la bioarchitettura, visto che le sue teorie sono in uso già da oltre 25 anni in Italia e molti più nei paesi nord-europei.

Con l’applicazione delle teorie della bioarchitettura, o ancora meglio dell’architettura sostenibile, si vuole migliorare il rapporto tra il costruito, l’ambiente e il benessere psico-fisico dell’uomo, ottimizzando l’impiego delle risorse naturali, con riduzione dei consumi energetici inquinanti.

Ma senza arrivare all’integralismo, pur interessante, dell’autocostruzione della propria casa con l’argilla e la paglia, non certo alla portata di tutti, quali sono le caratteristiche principali che dovrebbe avere una costruzione per fregiarsi del titolo di bioarchitettura?

Innanzitutto si parte dall’ambiente in cui verrà inserito l’edificio. Il progetto, partendo dalle caratteristiche del luogo, dovrà tener conto dell’inserimento ambientale con la giusta esposizione degli ambienti, tenendo conto dell’insolazione, dei venti principali, delle condizioni al contorno (si pensi ad esempio la presenza di una strada rumorosa oppure di un parco). Sarebbe opportuno poi che l’edificio possa essere flessibile e riadattabile per eventuali cambi d’uso, modifiche, ampliamenti, senza eccessivo spreco di risorse.

Nella scelta dei materiali da costruzione, il progettista deve utilizzare il più possibile prodotti naturali ed eco-compatibili, possibilmente appartenenti alla cultura locale storica. I materiali poi dovrebbero essere considerati a ridotto impatto ambientale tenendo conto anche delle fasi di produzione e della fine del ciclo di vita. L’ideale sono i materiali interamente riciclabili.

Si dovrebbero evitare strutture intelaiate in acciaio o in cemento armato per evitare, con l’effetto “gabbia di faraday”, perturbazioni ai campi magnetici naturali, compatibilmente, ovviamente, con le normative sulle costruzioni, in special modo quella sismica. Da questo punto di vista la soluzione ideale sono le costruzioni con struttura portante in legno, che permettono oggi la realizzazione anche di edifici pluripiano con materiale di provenienza naturale e con ottime resistenze strutturali e sismiche.

Le strutture dovranno poi essere adeguatamente isolate: nel campo degli isolamenti naturali ottime prestazioni sono offerti da materiali come il sughero, la lana di pecora e, più recentemente, la canapa.

La scelta delle finiture riveste un ruolo ancora maggiore visto che costituiscono la “pelle” dell’edificio a contatto con l’uomo: occorre utilizzare materiali di provenienza naturale e che non rilascino nel tempo sostanze nocive, come gli intonaci a base calce naturale, pavimenti e infissi in legno, pitture a base calce.

Infine, per la buona riuscita dell’intervento, il progettista dovrà porre particolare attenzione agli impianti. E’ da preferire un impianto di riscaldamento ad irraggiamento a bassa temperatura (come il riscaldamento a pavimento o a parete), magari collegato ad una pompa di calore alimentata da impianto fotovoltaico. L’acqua calda è realizzata attraverso un impianto solare. Il consumo di acqua potabile può essere razionalizzato attraverso un sistema di raccolta e stoccaggio di acqua piovana da utilizzare per le aree verdi, gli scarichi dei water ed altri usi non potabili.

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La combinazione di tutti questi elementi, massa delle strutture, isolamenti adeguati, impianti ben progettati ed integrati, consente ai fortunati possessori di queste costruzioni di ottenere un notevole comfort abitativo e consumi energetici ridottissimi, prossimi ad azzerarsi (casa passiva).

Certamente tutte queste peculiarità hanno un costo, che però verrà ampiamente recuperato in pochi anni con il risparmio energetico ottenuto. C’è anche da sottolineare che per la buona riuscita del progetto, che deve essere eseguito con una particolare e attenta cura nella posa e nel dettaglio, è bene affidarsi a ditte specializzate nel campo, evitando la generica impresa edile che non ha acquisito sufficiente esperienza in merito.

Per ultima cosa vorrei sottolineare che bio-edilizia non è solo una casa fatta bene, ma un concetto di vita. All’attenzione posta nella scelta dei materiali della costruzione dovrà seguire altrettanta cura nella scelta degli arredi e nell’utilizzo quotidiano: diventa inutile vivere in un ambiente sano e naturale se poi, ad esempio, si usano prodotti di pulizia inquinanti e ricchi di sostanze volatili dannose.

Per qualche informazione in più: ANAB, CASACLIMA, wikipedia

 

L’architetto Michele D’Oria svolge la sua attività presso un ente pubblico e si occupa prevalentemente di edilizia scolastica. È esperto di bioedilizia e di restauro. Per domande o commenti scrivere a mdoria.architetto@yahoo.it