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Il benessere parte dalla testa

Da tempo abbiamo inserito le Rubriche  nostro magazine articolomminile.it e siamo lieti di annunciarvi l’arrivo di nuova professionista che inizierà a collaborare con noi. Di seguito abbiamo fatto qualche domanda alla dottoressa per iniziare a conoscerla meglio.

Cosa ti ha spinta a decidere di diventare psicologa?

Rispondere a questa domanda mi ha riportato all’adolescenza. Avevo circa 16 anni quando ho deciso che fare la psicologa sarebbe stato il mio futuro. Sfogliavo le riviste di psicologia di mia madre (un’insegnante, psicopedagogista) e riesco a ricordare ancora come rimanevo affascinata dalle incredibili possibilità della mente, in termini di sofferenza ma soprattutto di possibilità di “guarigione”.

Siamo ciò che pensiamo, possiamo diventare ciò che pensiamo, ma soprattutto abbiamo dentro di noi tutte le risorse necessarie per riequilibrare situazioni di sofferenza.

In cosa consiste il tuo lavoro?

Per rispondere a questa domanda vorrei partire dalla definizione di Salute dell’Organizzazione Mondiale della Sanità; L’OMS definisce la salute “uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale e non la semplice assenza dello stato di malattia o infermità”. Ormai da anni Salute vuol dire promozione del benessere. Anche quella dello psicologo è una professione sanitaria, ciò vuol dire che l’ottica in cui uno psicologo svolge il proprio lavoro è salutogenica, andare dallo psicologo non vuol dire essere “malati” o “pazzi”, piuttosto vuol dire porre attenzione alla propria salute mentale e psicologica…aver cura di sè.

Chi si rivolge ad uno psicologo sta attraversando un momento di sofferenza che può essere transitoria, ossia dovuta a momenti di stress o cambiamento che la persona però non si sente in grado di affrontare; o più stabile, connessa a disturbi maggiormente pervasivi.

Il mio lavoro, sempre calibrato sull’unicità della persona che ho di fronte, consiste nell’aiutare chi entra nel mio studio a recuperare le proprie risorse, quelle risorse che non ricorda più di avere ma che sono sempre lì, depositate nell’inconscio; spesso è proprio questa “amnesia” a produrre sofferenza e/o sintomi in quanto si traduce in una percezione di deficit tra le richieste provenienti dall’ambiente esterno (famiglia, lavoro…) o dal nostro mondo interiore ( ciò che voglio, come vorrei essere…) e le risorse che ritengo di avere a disposizione per far fronte a tali richieste.

L’obiettivo è quindi  ritrovare o promuovere il benessere e l’equilibrio bio-psico-sociale.

Che tipo di persone o problematiche puoi aiutare a risolvere?

Mi occupo di promozione del benessere, lavoro con adolescenti e adulti che aiuto ad abbandonare comportamenti disfunzionali e a cambiare nella direzione che desiderano, acquisendo maggiore fiducia in se stessi e accrescendo la motivazione al cambiamento; in quest’ambito mi occupo di Tecniche di gestione del peso corporeo e cessazione di dipendenza da tabacco.

Gestisco inoltre  gruppi di Preparazione al parto con Training Ipnotico;

Lavoro individualemte con adolescenti e adulti, utilizzando l’ipnosi neo-ericksoniana, in percorsi di sostegno psicologico.

Da marzo inoltre sarò specializzata nell’uso Dell’E.M.D.R., una tecnica di matrice cognitivo-comportamentale utilizzata per il trattamento dei traumi e che sta avendo riscontri molto positivi anche nel trattamento dei disturbi alimentari.

Lo psicologo può essere utile per correggere dei comportamenti alimentari sbagliati e cosa può fare?

Certamente. Credo che ogni percorso di cambiamento dovrebbe essere sostenuto, in un lavoro d’équipe, da diverse figure professionali.

Nel caso particolare di comportamenti alimentari disfunzionali lo psicologo può lavorare in diverse direzioni: facendo psicoeducazione alimentare, individuando, insieme al paziente, i meccanismi psicologici che spingono all’iper o all’ipo alimentazione; sostenendo la motivazione e tutto il processo di cambiamento, supportando la persona nell’individuare e abbattere gli elementi che invece lo ostacolano.

Una sana alimentazione, lo dico sempre, non è solo questione di dieta… è anche questione di testa e di emozioni.

Una situazione di disagio e malessere psichico come quello del non accettarsi può essere risolto con un aiuto psicologico e come?

La mancata accettazione di alcuni aspetti del proprio Sè corporeo o interiore è alla base della richiesta di aiuto di molti pazienti, ai quali l’immagine che riflettono nello specchio appare lontana da quella ideale;

Sicuramente un percorso di sostegno psicologico è utile in questi casi. Si può lavorare sull’autostima, su una visione meno critica di se stessi, sul far pace con il proprio corpo… o sul ricalibrare i propri obiettivi, per menzionare solo alcuni ambiti. Gli obiettivi del lavoro e il “come” dipendono molto dall’unicità della persona che hai di fronte, dalla sua storia.

Una cosa è certa, l’ingrediente fondamentale è la motivazione del paziente.

A breve inizierai a tenere la tua rubrica su questo magazine,come vorresti esser utile?

Voglio condividere contenuti informativi e divulgativi e proverò a rispondere le vostre domande, se ne avrete.

 

Dott.ssa Maria Cento

Psicologa

Ipnosi Clinica Neo-ericksoniana

 

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