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E come Energia – L’alfabeto delle case

L’alfabeto delle case è un progetto a cura dell’Architetto Michele D’Oria.

“…se Renzo avesse potuto indovinare quel che si vide pochi giorni dopo: che quell’acqua portava via il contagio…”

Come (ormai) ogni inverno si è accesa la lampadina dell’allarme inquinamento per lo sforamento dei valori limite degli inquinanti, soprattutto nelle grandi città. Problema sicuramente legato anche a condizioni meteorologiche sfavorevoli. Come ne “I promessi Sposi” tutti attendono la pioggia purificatrice, con relativo sospiro di sollievo degli Amministratori delle città che possono evitare le palliative cure della chiusura parziale del traffico alle auto più inquinanti. Almeno fino alla prossima alta pressione.

Purtroppo però la responsabilità di tutto questo è da attribuirsi anche in larga misura alle nostre energivore case. Circa il 33% dei consumi energetici nazionali è assorbito infatti dalle abitazioni e di questo, ben il 75% è per il riscaldamento, mentre il restante 25% è per elettrodomestici, illuminazione e acqua calda sanitaria.

Le case italiane consumano ancora troppa energia: circa l’80% delle abitazioni esistenti in Italia presentano una media di consumo pari a oltre 150 kWh per metro quadro/anno, contro uno standard attuale inferiore a 50 kWh. La causa principale va ricercata nella scarsa qualità degli involucri, derivante da una carente consapevolezza nei passati decenni sulla necessità di rendere le nostre case più confortevoli pur con minori consumi.

L’altra causa sono gli sprechi, le piccole e grandi disattenzioni quotidiane: impostazioni di temperature troppo alte in inverno e troppo basse in estate, finestre aperte troppo a lungo per il ricambio d’aria, scarsa manutenzione degli impianti, luci lasciate inutilmente accese. Già solo con un po’ di attenzione si potrebbe ridurre il proprio contributo all’inquinamento e anche risparmiare energia, con vantaggi economici immediati e senza spendere nulla.

Poi ci sono gli interventi di riqualificazione energetica delle case, più impegnativi dal punto di vista economico, ma ripagati in pochi anni, specie se incentivati. Bisognerebbe cominciare a considerare questi interventi, non una spesa, ma un vero e proprio investimento con un alto rendimento finanziario costituito dal risparmio economico sulle bollette.

La normativa, comunque, spinge in questa direzione e si fa sempre più stringente. Gli impegni internazionali sulla materia inquinamento, ha spinto il legislatore ad adottare norme che obbligano per le nuove costruzioni, e per le ristrutturazioni importanti di fabbricati esistenti, l’adozione di tecnologie che consentano drastiche riduzioni di consumo di energia tradizionale a favore di quelle rinnovabili e comunque legate soprattutto alla riduzione alla fonte del fabbisogno energetico.

Già adesso è fatto d’obbligo per le nuove costruzioni e le ristrutturazioni di avere prestazioni energetiche complessive superiori ad un certo livello, oltre che dotarle di impianti alimentati per almeno il 35% da fonti rinnovabili. A partire dal 2018 questa quota dovrà essere il 50%.

Questo significa che dal prossimo anno, attraverso sistemi come il solare termico o il fotovoltaico, una casa nuova o ristrutturata, oltre ad avere necessità di molto meno energia per essere confortevole, inquinerà ancora meno per effetto del minor utilizzo di fonti energetiche tradizionali.

Ma non è finita! A partire dal 2019, gli edifici di nuova costruzione a destinazione pubblica, e dal 2021 anche tutti gli altri, dovranno essere ad energia quasi zero, i cosiddetti NZEB (Nearly Zero Energy Buildings,). Attenzione però, alcune regioni, come per esempio l’Emilia Romagna, con propria normativa, ha anticipato queste scadenze!

Ma cos’è un NZEB? Niente di particolarmente complesso in teoria, quanto invece nella pratica per realizzarlo: è un edificio ad altissima prestazione energetica, quindi con un consumo energetico drasticamente ridotto, coperto in misura quasi totale da energia proveniente da fonti rinnovabili prodotta in loco, sistemi passivi di riscaldamento (attraverso una attenta progettazione “solare” e ombreggiamenti è possibile riscaldare o raffrescare gratuitamente l’edificio). Magari fino ad arrivare, con sistemi particolarmente sofisticati, a produrre più energia di quanta se ne consumi. Sono assicurati maggiori costi iniziali nella costruzione e acquisto, ma spese annullate o quasi per le bollette per il resto della vita.

Per approfondimenti: la casa passiva

 

L’architetto Michele D’Oria svolge la sua attività presso un ente pubblico e si occupa prevalentemente di edilizia scolastica. È esperto di bioedilizia e di restauro. Per domande o commenti scrivere a mdoria.architetto@yahoo.it