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F come Finiture. L’alfabeto delle case.

L’alfabeto delle case è un progetto a cura dell’Architetto Michele D’Oria.

Ecco il momento fatidico della scelta delle finiture.

Già è stato un viaggio stressante progettare la propria casa: si è litigato con i vari tecnici interpellati perché nessuno è riuscito a far stare dentro quei settanta metri quadrati disponibili le cinque camere e tre bagni di cui proprio non si può farne a meno. Si è impazziti a compilare e firmare decine di moduli più o meno utili per le varie concessioni, autorizzazioni, nulla osta, permessi comunali, regionali, sismica, soprintendenza, condominio, vicino di casa. Non si è compreso perché l’impresa si è rifiutata la decima modifica della posizione di quella porta che proprio non ci convince, perché l’elettricista ha messo le prese solo dove non ne avremo mai bisogno, perchè l’idraulico non viene mai puntuale agli appuntamenti.

Quella che dovrebbe essere una casa è solo una forma data da incroci di pareti, ci si immaginava una reggia, ma l’aspetto da cantiere è sconfortante. Le camere sembrano piccolissime, dai buchi sui muri che diventeranno finestre entra solo un barlume di luce, l’umido lo senti sulla pelle, solo polvere e residui di mattoni e sacchi di cemento, tavole da ponteggio, cicche dei muratori, numeri di telefono appuntati sui muri grezzi.

In questo desolante quadro il titolare dell’impresa fa domande astruse del tipo se l’intonaco sarà del tipo civile. E vorrei conoscere chi vorrebbe in casa propria un intonaco incivile!

Dicevo che questo è il momento fatidico. Se il committente è una coppia questo sarà il momento giusto per testare la resistenza del loro legame.

Il momento è delicato anche per il tecnico che dovrebbe, a mio avviso, portare al loro servizio la propria esperienza, senza imporre scelte che dovranno poi essere subite per parecchi anni, guidandoli attraverso le migliaia di alternative disponibili sul mercato.

Perchè le finiture assumono un ruolo fondamentale nella personalità della costruzione che poi diventerà la nostra casa. La scelta sarà non solo tecnica e obiettiva, ma spesso indirizzata dal gusto personale e dall’emotività. La combinazione diversa di vari materiali, sensazioni tattili, colori, superfici, consentirà di personalizzare all’infinito spazi che non saranno mai identici tra loro.

Parto da ciò che pare il più banale, l’intonaco. In realtà è la finitura che ricopre la maggior parte delle superfici delle nostre case: molto liscio e lucente, grezzo e opaco e in mezzo decine di possibilità. I colori chiari aumentano la luminosità degli ambienti nel caso di finestre piccole (e miracolosamente la camera che prima ci sembrava un buco assume un’altra dimensione una volta intonacata!), ma in caso di presenza di una buona illuminazione un gioco di colori diversi sulle pareti può modificare la spazialità degli ambienti, più profondi, meno larghi, proprio come i giochi delle illusioni ottiche.

L’altra finitura che più caratterizzerà gli ambienti è il pavimento. Qui cui si può davvero sbizzarrire e soddisfare qualsiasi gusto e prezzo: dal grès, alla ceramica, dal legno al bambù, dalla gomma al linoleum, passando per pietre e marmi, cotto, cemento, resine. Anche qui il gusto del committente è spesso predeterminato, ma occorre ricordarsi che pavimenti diversi hanno anche spessori diversi, per cui sarebbe buona norma decidere la tipologia dei pavimenti in fase di progettazione, per poter posare i giusti spessori dei massetti. Ora col gres si riproduce di tutto: dai listoni di legno al marmo più pregiato; non si rinuncia ad un aspetto maggiormente ricercato senza pesare troppo sugli investimenti, anche se restano comunque delle imitazioni.

Poi gli infissi. Finestre in legno, PVC, alluminio o il meno frequente acciaio. Il più ricercato è senz’altro il legno per il calore che trasmette ed è sicuramente una scelta di qualità anche dal punto di vista termico. Resta l’incognita della manutenzione che invece si renderà meno necessaria negli altri tipi di materiali. Ci sono finestre in PVC che imitano il legno, ma devo essere sincero, non amo molto queste imitazioni, preferisco un PVC di colore omogeneo.

E fuori? Intonaco? mattoni faccia vista? rivestimenti? Scuretti? Persiane? Tapparelle?

E dentro? Porte, battiscopa, maniglie… dalle placche che ricoprono gli interruttori ai sanitari del bagno che meriterebbero solo loro cinque articoli! Ah si, anche i rubinetti.

La vita dura del committente…

 

L’architetto Michele D’Oria svolge la sua attività presso un ente pubblico e si occupa prevalentemente di edilizia scolastica. È esperto di bioedilizia e di restauro. Per domande o commenti scrivere a mdoria.architetto@yahoo.it

 

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